martedì 10 dicembre 2013
mercoledì 27 novembre 2013
domenica 24 novembre 2013
Inquinamento atmosferico
L'inquinamento atmosferico è un termine che indica tutti gli agenti fisici, chimici e biologici che modificano le caratteristiche naturali dell'atmosfera. Gli inquinanti atmosferici possono essere naturali o antropici :
• fonti naturali: vulcani (SO2), incendi (PM10), processi biologici (allergeni)
• fonti antropiche: traffico veicolare, riscaldamento domestico, industrie e attività agricole.
Le emissioni provocate dal traffico veicolare dipendono dal tipo di combustibile e dal tipo di veicolo; i veicoli a diesel emettono principalmente particolato come PM10 , idrocarburi (CH), ossidi di azoto (NOx ) e biossido di zolfo (SO2) ,quelli a benzina particolato, NOx e CO.
Il riscaldamento domestico emette inquinanti che variano , come nel caso dei veicoli , col tipo di combustibile utilizzato, e con il grado di manutenzione dello stesso impianto di riscaldamento. Nel caso dell’ industria gli inquinanti emessi variano notevolmente in base al tipo di lavorazione eseguita, e possono essere solventi, nebbie acide, metalli , polveri e altro.
Data la grande varietà di sostanze presenti in atmosfera, sono stati proposti numerosi metodi di classificazione: in base alla composizione chimica si parla principalmente di composti dello zolfo , di composti dell'azoto di composti del carbonio , IPA e di composti alogenati,; in base allo stato fisico si individuano inquinanti gassosi, liquidi o solidi . Inoltre il particolato si classifica in funzione del diametro delle particelle in grossolano,( diametro maggiore di 2.5 µm ) , e in fine (diametro inferiore a 2.5 µm). Infine in base al grado di reattività in atmosfera,gli inquinanti si dividono sostanze primarie o secondarie.
fonte : www.wikipedia IVAN ANGELINI classe 1 A E.A.T
• fonti naturali: vulcani (SO2), incendi (PM10), processi biologici (allergeni)
• fonti antropiche: traffico veicolare, riscaldamento domestico, industrie e attività agricole.
Le emissioni provocate dal traffico veicolare dipendono dal tipo di combustibile e dal tipo di veicolo; i veicoli a diesel emettono principalmente particolato come PM10 , idrocarburi (CH), ossidi di azoto (NOx ) e biossido di zolfo (SO2) ,quelli a benzina particolato, NOx e CO.
Il riscaldamento domestico emette inquinanti che variano , come nel caso dei veicoli , col tipo di combustibile utilizzato, e con il grado di manutenzione dello stesso impianto di riscaldamento. Nel caso dell’ industria gli inquinanti emessi variano notevolmente in base al tipo di lavorazione eseguita, e possono essere solventi, nebbie acide, metalli , polveri e altro.
Data la grande varietà di sostanze presenti in atmosfera, sono stati proposti numerosi metodi di classificazione: in base alla composizione chimica si parla principalmente di composti dello zolfo , di composti dell'azoto di composti del carbonio , IPA e di composti alogenati,; in base allo stato fisico si individuano inquinanti gassosi, liquidi o solidi . Inoltre il particolato si classifica in funzione del diametro delle particelle in grossolano,( diametro maggiore di 2.5 µm ) , e in fine (diametro inferiore a 2.5 µm). Infine in base al grado di reattività in atmosfera,gli inquinanti si dividono sostanze primarie o secondarie.
fonte : www.wikipedia IVAN ANGELINI classe 1 A E.A.T
mercoledì 20 novembre 2013
mercoledì 6 novembre 2013
Global warming e cambiamenti climatici
E' interessante leggere questo articolo tratto da Focus per immaginare cosa potrebbe accadere alle città che si affacciano sul mare . ........http://www.focus.it/ambiente/guarda-la-tua-citta-sotto-a-80-metri-d-acqua_C12.aspx
Classe 2@
Classe 2@
Il global warming tingerà di verde la Groenlandia
Il global warming tingerà di verde la Groenlandia
Nel 2100 l'isola per oltre tre quarti coperta dai ghiacci potrebbe ospitare grandi e lussureggianti foreste. Tutta colpa del riscaldamento globale.
di: Elisabetta Intini www.focus.it
Pronunciato in inglese, il nome della Groenlandia ("Greenland", "terra verde") fa quasi sorridere: di verde, in una terra per l'83% ricoperta dai ghiacci, c'è ben poco. Eppure, in futuro l'aspetto di quest'isola potrebbe avvicinarsi di più al suo significato etimologico.
In base a un modello climatico elaborato da ricercatori americani, il riscaldamento globale starebbe convertendo ampie porzioni di questo stato da suolo ghiacciato a terreno adatto a ospitare intere foreste. Entro un centinaio d'anni, la Groenlandia potrebbe non aver nulla da invidiare ai lussureggianti boschi di Canada e Alaska.
In base a un modello climatico elaborato da ricercatori americani, il riscaldamento globale starebbe convertendo ampie porzioni di questo stato da suolo ghiacciato a terreno adatto a ospitare intere foreste. Entro un centinaio d'anni, la Groenlandia potrebbe non aver nulla da invidiare ai lussureggianti boschi di Canada e Alaska.
Là dove c'era il ghiaccio...
In alcune aree del paese, soprattutto a sud, ampie porzioni di terra sono ora libere dai ghiacci e aspettano solo di accogliere i semi di nuove piante. I ricercatori della Aarhus University (Danimarca) hanno sovrapposto a un modello di quello che sarà il clima della Groenlandia nel 2100(secondo le previsioni dell'Intergovernmental Panel on Climate Change) i dati attuali sulla distribuzione delle piante in Nord America ed Europa settentrionale.
I risultati indicano che, se per ora sono solamente 5 le specie di alberi e cespugli che crescono spontaneamente sull'isola, allo scadere del secolo tutte le 56 piante testate potrebbero tranquillamente germogliare e crescere anche sul suolo apparentemente inospitale della Groenlandia. Per allora le zone libere dai ghiacci e adatte ad ospitare piante potrebbero occupare ben 400 mila chilometri quadrati, un'area grande come la Svezia.
I risultati indicano che, se per ora sono solamente 5 le specie di alberi e cespugli che crescono spontaneamente sull'isola, allo scadere del secolo tutte le 56 piante testate potrebbero tranquillamente germogliare e crescere anche sul suolo apparentemente inospitale della Groenlandia. Per allora le zone libere dai ghiacci e adatte ad ospitare piante potrebbero occupare ben 400 mila chilometri quadrati, un'area grande come la Svezia.
Una foresta piantata nel sud della Groenlandia nel 1953. Photo credit:
Anders Ræbild
Un "aiutino" dall'uomo
Sulla futura distribuzione di queste "macchie" verdi gli esperti non si sbilanciano: saranno le piante più "intraprendenti" ad avere la meglio. Senza lo zampino dell'uomo, in una terra isolata e ghiacciata, alcune piante potrebbero impiegare anche 2 mila anni per trovare la propria nicchia ecologica, ma nell'era del turismo globale i semi saranno facilmente trasportati sotto alle suole delle scarpe e riceveranno una mano anche da vento e uccelli migratori.
La Groenlandia potrebbe quindi - per un motivo tutt'altro che entusiasmante - tornare all'aspetto che doveva avere nei periodi interglaciali, quando alcune sue parti ospitavano effettivamente una flora più ricca di quella attuale. Ma gli esperti avvertono i locali: attenzione a piantare alberi in modo sconsiderato. La terra libera dai ghiacci sarà particolarmente recettiva a nuovi semi. Senza la dovuta attenzione si rischia che la natura si sviluppi, qui, in modo del tutto caotico.
Sara Fiorenza Classe 2.@
La Groenlandia potrebbe quindi - per un motivo tutt'altro che entusiasmante - tornare all'aspetto che doveva avere nei periodi interglaciali, quando alcune sue parti ospitavano effettivamente una flora più ricca di quella attuale. Ma gli esperti avvertono i locali: attenzione a piantare alberi in modo sconsiderato. La terra libera dai ghiacci sarà particolarmente recettiva a nuovi semi. Senza la dovuta attenzione si rischia che la natura si sviluppi, qui, in modo del tutto caotico.
Sara Fiorenza Classe 2.@
COSA ACCADRA' AL PIANETA NEI PROSSIMI DECENNI E SECOLI
Secondo il nuovo rapporto
dell’IPCC le emissioni di gas serra che continuano a crescere provocheranno ulteriore riscaldamento nel sistema
climatico.
Il riscaldamento causerà cambiamenti nella temperatura dell’aria, degli oceani, nel ciclo dell’acqua, nel livello dei mari, nella criosfera, in alcuni eventi estremi e nella acidificazione oceanica. Molti di questi cambiamenti persisteranno per molti secoli.
Il riscaldamento causerà cambiamenti nella temperatura dell’aria, degli oceani, nel ciclo dell’acqua, nel livello dei mari, nella criosfera, in alcuni eventi estremi e nella acidificazione oceanica. Molti di questi cambiamenti persisteranno per molti secoli.
Cambiamento della
temperatura media superficiale registrato e previsto. Fonte: Climate Change
2013: The Physical Science Basis (IPCC)
Temperatura
L’aumento della temperatura media globale alla superficie per il periodo 2016–2035 “probabilmente” sarà nel range di 0,3°C – 0,7°C. È “molto probabile” che le ondate di calore accadranno con maggior frequenza e durata. Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1,5°C oltre il livello del periodo 1850 – 1900 .Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrà superare i 2°C e arrivare anche oltre i 5°C.In particolare, l’aumento della temperatura alla fine di questo secolo (media 2081–2100) rispetto a questi anni (1986–2005) probabilmente può crescere nel range da 0.3°C – 4.8°C a secondo dei modelli usati.
L’aumento della temperatura media globale alla superficie per il periodo 2016–2035 “probabilmente” sarà nel range di 0,3°C – 0,7°C. È “molto probabile” che le ondate di calore accadranno con maggior frequenza e durata. Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1,5°C oltre il livello del periodo 1850 – 1900 .Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrà superare i 2°C e arrivare anche oltre i 5°C.In particolare, l’aumento della temperatura alla fine di questo secolo (media 2081–2100) rispetto a questi anni (1986–2005) probabilmente può crescere nel range da 0.3°C – 4.8°C a secondo dei modelli usati.
Il riscaldamento sarà
più accentuato nelle aree subtropicali
e tropicali del pianeta.
Livello del mare
Il livello globale medio marino continuerà a crescere durante il XXI secolo e queste proiezioni sono considerate più adeguate dalla comunità scientifica rispetto a quelle presentate nel Rapporto del 2007 perché riproducono meglio le osservazioni e includono la dinamica rapida di fusione delle calotte glaciali (ice-sheet rapid dynamical changes).
L’innalzamento del livello medio globale marino per il 2100 sarà “probabilmente” nel range di 0,26 m – 0,82 m a secondo del modello usato.
Il livello globale medio marino continuerà a crescere durante il XXI secolo e queste proiezioni sono considerate più adeguate dalla comunità scientifica rispetto a quelle presentate nel Rapporto del 2007 perché riproducono meglio le osservazioni e includono la dinamica rapida di fusione delle calotte glaciali (ice-sheet rapid dynamical changes).
L’innalzamento del livello medio globale marino per il 2100 sarà “probabilmente” nel range di 0,26 m – 0,82 m a secondo del modello usato.
Precipitazioni
Secondo le proiezioni climatiche la precipitazione media “probabilmente” diminuirà in molte aree secche alle medie latitudini e in molte aree secche subtropicali, mentre in aree umide alle medie latitudini “probabilmente” aumenterà entro la fine di questo secolo.
Secondo le proiezioni climatiche la precipitazione media “probabilmente” diminuirà in molte aree secche alle medie latitudini e in molte aree secche subtropicali, mentre in aree umide alle medie latitudini “probabilmente” aumenterà entro la fine di questo secolo.
Eventi estremi
In un pianeta più caldo eventi estremi di precipitazione nella maggior parte delle terre emerse alle medie latitudini e e nelle aree umide tropicali “molto probabilmente” diventeranno più intensi e più frequenti entro la fine di questo secolo.Gli oceani continueranno a riscaldarsi e a causa della loro capacità termica anche se le emissioni di gas serra diminuiranno o le concentrazioni di gas serra rimarranno costanti.
In un pianeta più caldo eventi estremi di precipitazione nella maggior parte delle terre emerse alle medie latitudini e e nelle aree umide tropicali “molto probabilmente” diventeranno più intensi e più frequenti entro la fine di questo secolo.Gli oceani continueranno a riscaldarsi e a causa della loro capacità termica anche se le emissioni di gas serra diminuiranno o le concentrazioni di gas serra rimarranno costanti.
Ghiacci
È “molto probabile” che in questo secolo la banchisa artica continuerà a ridursi e ad assottigliarsi e anche la copertura nevosa nell’emisfero settentrionale continuerà a diminuire con l’aumento della temperature globale. È “virtualmente certo” che la copertura di permafrost nelle alte altitudini si ridurrà.
È “molto probabile” che in questo secolo la banchisa artica continuerà a ridursi e ad assottigliarsi e anche la copertura nevosa nell’emisfero settentrionale continuerà a diminuire con l’aumento della temperature globale. È “virtualmente certo” che la copertura di permafrost nelle alte altitudini si ridurrà.
Cambiamento dell’acidità degli oceani
rilevato e previsto. Fonte:
Climate Change 2013: The Physical Science Basis (IPCC)
È “virtualmente
certo” che l’assorbimento di carbonio negli oceani causerà un aumento della acidificazione oceanica. Al fine di limitare l’entità di questi impatti le emissioni di
CO2 e degli altri gas serra devono essere ridotte in maniera sostanziale.
Simona Palumbo 1^A
E.A.T Articolo tratto da www.focus.it
I GAS SERRA
Fonte di ricerca:www.focus.it
I gas serra
L’effetto serra è causato da gas naturalmente presenti nell’atmosfera:
vapore acqueo, anidride carbonica, ozono e altri. Se non si verificasse, la
superficie della Terra si troverebbe a una...
L’effetto serra è causato da gas naturalmente presenti nell’atmosfera:
vapore acqueo, anidride carbonica, ozono e altri. Se non si verificasse, la
superficie della Terra si troverebbe a una temperatura di 30 °C inferiore.
L’incremento delle concentrazioni di alcune componenti, avvenuto dalla
Rivoluzione industriale (1750) in poi, sta però provocando un eccessivo
riscaldamento del pianeta. I gas maggiormente cresciuti sono anidride
carbonica, metano, ossido d’azoto. La prima è passata da 280 a 365 parti per
milione (ppm), il metano da 700 a 1.745 ppb (parti per miliardo), l’ossido di
azoto da 275 a 314 ppb. A essi si sono aggiunti, a partire dagli anni
Cinquanta, i clorofluorocarburi (CFC), gas prodotti dall'uomo e utilizzati per
svariati impieghi industriali. La produzione dei CFC è stata bloccata perché gli stessi gas sono "colpevoli"
dell'assottigliamento della fascia di ozono che protegge la Terra dai raggi
ultravioletti del Sole.
Vincenzo D'alconzo Classe 2.@
lunedì 4 novembre 2013
PROTOCOLLO DI KYOTO
Il protocollo di Kyoto è un trattato
internazionale in materia ambientale
riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di
Kyoto l'11 dicembre 1997 da più di 180 Paesi in occasione della Conferenza COP3
della Convenzione quadro
della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. (UNFCC). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia.
Il 16 febbraio 2007 si è celebrato l'anniversario del secondo anno
di adesione al protocollo di Kyōto, e lo stesso anno ricorre il
decennale dalla sua stesura.
Con l’accordo Doha
l’estensione del protocollo si è prolungata fino al 2020 anziché alla fine del
2012. Il trattato prevede
l'obbligo di operare una riduzione delle emissioni di elementi di inquinamento
in una misura non inferiore al 8% rispetto alle emissioni registrate nel 1990.
Perché
il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da
non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni che lo avessero ratificato
producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione
è stata raggiunta solo nel novembre del 2004 quando
anche la Russia ha
perfezionato la sua adesione.( wikipedia) Rebecca Gallina Classe 2.@
L’EFFETTO SERRA DI ORIGINE ANTROPICA
L'aumento della popolazione terrestre, lo sviluppo dell'industria, dei trasporti, dell'agricoltura e dell'allevamento fanno sì che le attività umane siano fonte di notevoli quantità di gas, specialmente anidride carbonica (CO2) e metano (CH4), chiamati gas clima-alteranti o gas serra, capaci di accrescere l'effetto serra naturale (effetto serra antropico). A partire dagli anni Novanta del 20º secolo, un comitato scientifico internazionale insediato dall'ONU, l'Intergovernmental panel on climate change (IPCC), individua nelle attività antropiche la probabile causa di un aumento dell'effetto serra, per il quale le temperature medie si sono innalzate di quasi 1°C. Da questa conclusione è nato un accordo internazionale (Protocollo di Kyoto, 1997), che stabilisce una progressiva riduzione delle emissioni di gas serra, nel tentativo di fermare il riscaldamento globale. Secondo gran parte della comunità scientifica internazionale se non saranno ridotte le emissioni, si manifesteranno ulteriori aumenti di temperatura, con conseguente innalzamento del livello dei mari, cambiamento delle fasce climatiche e incremento dei fenomeni meteorologici intensi, quali ondate di caldo e di freddo e cicloni. L’IPCC, in un rapporto diffuso nel 2007, ha sostenuto che la temperatura media del pianeta sia aumentata di circa 0,76 °C dalla fine del 19° secolo; sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, esso ha previsto un ulteriore aumento della temperatura media terrestre tra 1,1 e 6,4 °C nel corso del 21° secolo
( WWW.TRECCANI.IT).
Giorgia De Mitri Classe 2.@
Effetto serra ( da wikipedia)
L'effetto serra è
un fenomeno atmosferico-climatico che
indica la capacità di un pianeta di
trattenere nella propria atmosfera parte
dell'energia solare proveniente dal Sole. Esso fa parte dunque dei
complessi meccanismi di regolazione dell'equilibrio termico di
un pianeta (o satellite) e agisce attraverso la presenza in atmosfera di alcuni gas,
detti appunto gas
serra, che hanno come effetto globale quello di mitigare la temperatura dell'atmosfera
terrestre isolandola parzialmente dai grandi sbalzi o escursioni
termiche cui
sarebbe soggetto il pianeta in loro assenza.
Questi gas infatti, per
le proprie particolari proprietà molecolari-spettroscopiche, risultano
trasparenti alla radiazione solare entrante ad onda corta, ma opachi
alla radiazione
infrarossa ad
onda lunga (circa 15 micron) riemessa dalla superficie
del pianeta riscaldata dai raggi solari diretti; il termine deriva
dall'analogia (non pienamente corretta) con quanto avviene nelle serre per
la coltivazione (in
questo caso vi è infatti anche un blocco della convezione atmosferica
che è un'altra modalità di trasferimento del calore).
L'effetto serra terrestre è creato da una serie di fenomeni (es. ciclo
del carbonio) che interagendo tra di loro regolano costantemente il contenuto
dei gas serra in atmosfera, e proprio grazie all'effetto serra terrestre è
possibile la presenza e lo sviluppo della vita sulla TerraFonte di ricerca:Wikipedia Francesco Guarino Classe 2.@
EFFETTO SERRA NATURALE
Su scala planetaria, la superficie
terrestre e l'atmosfera cedono una quantità di energia uguale a quella
ricevuta. La superficie terrestre perde energia principalmente emettendo
nell'atmosfera una radiazione compresa in un intervallo spettrale spostato verso
l'infrarosso. I componenti dell'atmosfera presentano forte assorbimento
nell'infrarosso. Conseguentemente, la maggior parte dell'emissione della
superficie terrestre viene assorbita dall'atmosfera, che emette a sua volta sia
verso lo spazio esterno sia verso la superficie terrestre; questa assume quindi
una temperatura superiore a quella corrispondente a un'assenza di scambi
energetici fra superficie terrestre e atmosfera. Pertanto nel sistema climatico
terrestre si viene a stabilire un effetto
serra naturale provvidenziale per la vita sul Pianeta. Grazie a
esso la temperatura superficiale media è di ca. 15 °C, invece che di −18 °C.
Diana Hackmayer Classe 2.@
domenica 3 novembre 2013
Effetto serra
L'effetto serra è un fenomeno
che si produce allorché un mezzo (per esempio il vetro delle serre) risulta
trasparente alle componenti di breve lunghezza d'onda dello spettro della
radiazione solare (parte ultravioletta e visibile) ma è opaco rispetto a
radiazioni di maggiore lunghezza d'onda (radiazione infrarossa): un mezzo con
tali caratteristiche trattiene la radiazione infrarossa emessa dai corpi
riscaldati dall'assorbimento della radiazione di minore lunghezza d'onda ,con conseguente aumento della temperatura sottostante.
fonte: www.treccani .it Debora Galeone classe 2.@
venerdì 25 ottobre 2013
Il clima sta cambiando
In climatologia il termine mutamenti climatici indica le variazioni a livello più o meno globale del clima della Terra ovvero variazioni a diverse scale spaziali e storico-temporali di uno o più parametri ambientali e climatici: temperature (media, massima e minima), precipitazioni, nuvolosità, temperature degli oceani, distribuzione e sviluppo di piante e animali.I cambiamenti climatici sono imputabili a cause naturali ma, per gli ultimi 150 anni, la comunità scientifica li ritiene dovuti all'azione dell'uomo, sotto forma di alterazione dell'effetto serra .Oggi si utilizza questo termine come sinonimo di riscaldamento globale.A tal proposito è interessante l'articolo tratto da " LE SCIENZE "
L'IPCC conferma: stiamo cambiando il clima del pianeta articolo
La Stratosfera
STRATOSFERA Nella stratosfera,
il componente chimico più importante è l’ozono anche se la quantità
presente è estremamente piccola poiché, a un’altitudine compresa tra i 25 e i
30 km, raggiunge una concentrazione massima pari a 10 parti per milione (ppm) in volume. La formazione dell’ozono ha
luogo nella stratosfera a un’altitudine superiore ai 30 km circa, dove le
radiazioni solari ultraviolette dissociano lentamente l’ossigeno molecolare:
O2 + hv → O + O
L’atomo d’ossigeno reagisce rapidamente con l’ossigeno
molecolare in presenza di una terza molecola (solitamente un altro O2 o N2)
formando ozono:
O + O2 + M → O3 + M
L’O3 assorbe fortemente le radiazioni con lunghezze d’onda comprese
tra i 240 e i 320 nm per decomporsi di nuovo in O2 e O. Inoltre l’ozono
può reagire con l’ossigeno atomico per generare nuovamente due molecole di O2.
Questo meccanismo per la produzione dell’ozono nella stratosfera è stato
proposto nel 1930 dal meteorologo inglese S. Chapman.
L’ozono viene
distrutto nella stratosfera attraverso una serie di cicli catalitici,
costituiti da catene di reazioni le quali rigenerano la molecola che
inizialmente reagisce con O3. Sono state identificate tre famiglie
chimiche che coinvolgono idrogeno e azoto atomici e cloro, e che attraverso
cicli catalitici contribuiscono a distruggere parte dell’ozono prodotto nelle
reazioni di Chapman. Nel 1974 M.J. Molina e F.S. Rowland scoprirono che la
classe di molecole dette clorofluorocarburi, utilizzati dall’uomo in diverse applicazioni tecnologiche, si diffondono negli strati più elevati dell'atmosfera dove avvengono reazioni
di fotolisi che rilasciano un atomo di cloro (Cl) che innesca un rapido ciclo di
distruzione dell’O3:
Cl + O3 → ClO•+ O2
ClO•+ O → Cl•+ O2
con reazione complessiva
O3 + O → O2 + O2•
www.treccani .it Simone Vapore Classe 2.@ Cabrini
La Troposfera
TROPOSFERA
www.treccani.it Simone Vapore Classe 2.@ Cabrini
Nella troposfera è
presente un elevato numero di composti chimici di origine antropica e naturale
emessi a livello della superficie terrestre. Il componente più importante è il
radicale •OH, che è il principale agente ossidante di quasi tutti i composti
della troposfera. Ogni composto per azione di tale radicale viene eliminato e non ha un
tempo di vita sufficientemente lungo per essere trasportato nelle zone
superiori dell’atmosfera.
In condizioni
naturali la chimica della troposfera è governata dal metano e dagli ossidi
d’azoto, NO e NO2. L’ozono, O3, prodotto nella
stratosfera come risultato della fotolisi di O2 e
trasportato in basso, reagisce con NO per formare NO2,
che, a sua volta, subisce una rapida fotolisi durante le ore diurne:
NO2+hv → NO+O ( hv = fotone )
A questa reazione fa seguito quella di formazione dell’ozono. Il principale processo di
eliminazione di NOx durante le ore diurne è la reazione di NO2 con il radicale •OH
per formare acido nitrico. A causa della complessa distribuzione geografica delle loro
fonti, la distribuzione spaziale degli NOx è molto variabile.
Il loro tempo di vita nella troposfera è breve e varia da meno di 1 giorno in
prossimità della superficie terrestre a 1 settimana circa nella
tropopausa.
Il metano (CH4),
che è l’idrocarburo più abbondante dell’atmosfera e viene emesso da fonti sia naturali
sia antropiche, viene eliminato
prevalentemente dalla reazione:
CH4 •OH → CH3+H2O
Il radicale CH3• reagisce esclusivamente con O2 producendo il
radicale metilperossido (CH3O2), che a sua volta può
reagire con gli ossidi d’azoto, l’idroperossido (HO2) e altri
radicali perossidi. Un sistema complesso di reazioni porta alla formazione di
ossido di carbonio, formaldeide e acidi organici. La formaldeide, un importante
gas presente in tracce nella troposfera, può essere soggetta a sua volta a
fotolisi per formare CO e HCO. Il passo conclusivo nella catena di ossidazione
del metano è l’ossidazione del CO per reazione con il radicale •OH:
CO+•OH → CO2+H.
L’ossidazione
dei composti gassosi contenenti zolfo con formazione di particelle di solfati è
una fonte importantissima di nuclei di condensazione di vapore e può
influenzare direttamente il bilancio della radiazione terrestre attraverso la
dispersione della radiazione solare a basse lunghezze d’onda. Nelle regioni
industrializzate l’acido solforico che deriva da fonti antropiche di diossido
di zolfo (SO2) è una delle cause principali dell’acidità delle
pioggewww.treccani.it Simone Vapore Classe 2.@ Cabrini
Omosfera ed eterosfera
OMOSFERA :Nella zona della
omosfera, sino a circa 80 km di quota, la composizione dell’atmosfera è
pressoché costante e non molto diversa da quella dell’aria secca al suolo. Le maggiori differenze si hanno nel
contenuto di argo, neon ed elio, e in quello di ozono, che risulta massimo nella
cosiddetta ozonosfera; queste differenze sono dovute sia alla diffusione
dall’alto verso il basso dei gas nobili, sia alla fotodissociazione dell' ossigeno
molecolare e alla conseguente formazione di O3
ETEROSFERA:Nella eterosfera, situata
a quote maggiori di circa 80 km, divengono sempre più importanti i fenomeni di
fotodissociazione e di fotoionizzazione. Alle quote delle aurore polari
(100-500 km) i componenti accertati sono l’ossigeno molecolare e atomico,
l’azoto molecolare e infine il sodio, oltre ad alcuni radicali liberi ed
elettroni liberi; a quote ancora maggiori la ionizzazione è totale, sino ad
arrivare, ai confini dell’atmosfera, a un plasma essenzialmente costituito da
protoni ed elettroni.
www.treccani.it Simone Vapore Classe 2.@ Cabrini
Gli strati dell'atmosfera
Suddivisione in zone
Nella suddivisione in zone dell’atmosfera terrestre, il criterio
più seguito e più largamente diffuso, in quanto è adottato dal 1951 dall’Unione
internazionale di geodesia e geofisica, fa riferimento all’andamento della
temperatura con la quota. La troposfera, nella quale la temperatura decresce con la quota al tasso
medio di 6,5 °C/km, si estende dal suolo sino a una certa quota, detta tropopausa, variabile da circa 10 km, ai poli, a circa 17 km, all’equatore
. Nella stratosfera, la temperatura
cresce con la quota, passando da circa −55 °C, alla tropopausa a circa 0 °C, a
una quota di circa 50 km, detta stratopausa. Nella mesosfera la temperatura torna a decrescere con la quota; il valore
minimo, che è il minimo assoluto delle temperature atmosferiche, è di circa −83
°C e viene raggiunto a una quota di circa 85 km, detta mesopausa e costituente il
limite superiore della zona. Nella termosfera la temperatura
cresce con la quota, sino a raggiungere un valore massimo di circa 1500 °C ,
inteso come temperatura cinetica, alla quota di 400-500 km, che costituisce il
limite superiore della zona ed è detta termopausa. L’ esosfera, nella quale la
temperatura resta costante intorno ai 1500 °C, si estende dalla termopausa al
limite esterno dell’atmosfera.
Seguendo un diverso
punto di vista, quello della composizione chimico-fisica, è abituale chiamare omosfera la
zona, estendentesi sino a circa 80 km dal suolo, in cui la composizione chimica
non varia, ed eterosfera la
parte sovrastante, in cui la composizione è determinata dall’equilibrio locale
tra numerosi processi concomitanti quali la dissociazione delle molecole in atomi,la diffusione e la ionizzazione.
fonte : www.treccani.it Rizzi Cristian Classe 2@ Cabrini
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